La Macchina

Tratte dal libro ” OMAGGIO A MARCIANA MARINA” cronache di vita paesana
raccontate da Enzo Lazzeri
edito in occasione del centenario del comune (1884-1984)
 
Perché voi dovete sapere che la banda dei « notturni » quando alle due Aldo mette le bande… non va mica a letto!
Quella per loro è un’ora da polli e, contemporaneamente, è anche l’ora del dilemma: continuare la conversazione in piazza oppure, perché no, mangiar qualcosa?! E questo succede spesso.
Allora si mobilitano rapidamente.
Il fresco della notte rinnovella le energie e si spandono per il paese a raccattare, nelle rispettive case, la roba da mettere cooperativamente sotto i denti e le fiale di vino per lo sciacquo della gola.
Si parla di chili di tortellini frantumati in pochi minuti, di pile di piatti sporchi scoperti in cucina, la mattina, da mogli urlanti e scarmigliate, si parla del macellaio svegliato di notte per improvvisar cenini a base di bistecche in un magazzino vicino al porto e via discorrendo.
Si dice anche che Piero Martini cercato dal suo marinaio verso le quattro per andare a pescare… si senti apostrofare:
Macché pescare e pescare! Macché pesci e pesci… fammi il piacere… vai a casa e prendi la chitarra E fecero le sette.
Ma tu non li vedi.
Perché tu dormi, sei in casa a far la parte della talpa. Loro no, loro invece sono svegli.
Loro sì, che vivono! E non si dica che son degli sbronzoni.
Dio mio, bevono sì, ma fino al limite, fino a quella gradazione euforica che ti dà allegria e gioia di vivere.
Tutt’al più, s’alzeranno un po’ tardi, questo sì.
E poi, anche per la salute, pericoli non ce ne sono.
Perché il Dottore è sempre lì, presente e pronto per ogni eventualità.
Appena fa giorno spariscono e la doppia vita di Marciana Marina sarebbe rimasta un mistero per molti se il vostro Cronista non vi svelasse tutte queste cose.
L’altra notte, per esempio, c’eran quasi tutti.
Due s’eran portata anche la moglie (il Daziere e Mario Provenzali). Aldo aveva chiuso da un’oretta e le tre eran passate da poco.
E un po’ presto per andare a letto e poi… questo scirocco… Appiccica… Disse Cacciò.
E’ vero… appiccica…
Disse Gigi Papi e guardò la finestra di Angiolino Murzi, il for­naio, che si era accesa.
Fra poco, nel buio della notte, dalle scale si sarebbe sentito il ciacche ciacche dei piedi nudi del fornaio che andava ad accendere il forno e ad impastar la farina.
C’era la macchina di Nílo lì, a un passo, posteggiata.
Si guardarono e si capirono a volo.
L’aprirono, la misero in folle e ‘ l’accostarono a pelo, alla porta del, forno e, si capisce, la chiusero.
Dal nero delle scale arrivò il ciacche ciacche ciacche dei piedi scalzi di Angiolino che, giunto davanti alla bottega, capì subito che non poteva entrare.
Rimase un po’ soprappensiero, poi guardò la macchina, sbirciò la targa… era una targa di famiglia, era quella di Nilo che su in casa, a quell’ora dormiva come un ghiro.
Attimo di perplessità e rapida decisione: bisogna svegliarlo subito e fargli spostar la macchina.
Ciacche ciacche ciacche… i piedi ignudi risalirono le scale e subito, da dietro le piante della pizzeria sull’angolo, i « notturni », ratti ratti, corsero all’automobile e la ripigiarono al posto di prima, lontana dal forno.
Ciacche ciacche ciacche… i piedi scalzi ritornarono e, perdinci, ad Angiolino gli sembrava di sognare: la macchina era ora calibrata fra le strisce del posteggio!
Nuova perplessità nuova indecisione e conseguente rapida deduzione:
Se la macchina è spostata è inutile che abbia svegliato Nilo che quello scenda giù: meglio avvertirlo e che rimanga a letto.
Ciacche ciacche ciacche… i piedi scalzi rifecero svelti le scale…
A questo punto, in piazza, i pareri furono contrastanti: c’era chi voleva approfittare della nuova assenza per rimettere la macchina a fil di forno e chi invece optava per tagliar la corda.
Vinsero i secondi’e, vi assicuro, fecero bene!!!